Il prodotto
Farina di Mais Biancoperla - Tenuta Borgoluce
Farina tipo Biancoperla ideale per ottenere la tipica polenta bianca trevigiana
Codice:
93705
Paese e Luogo di Origine:
Italia - Veneto
Peso:
1 kg
Ordine Minimo:
1 pezzo
Descrizione | Mais della varietà Biancoperla prodotto nella Tenuta Borgoluce |
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Aspetto | Presenta una grana molto fine, che consente di ottenere una polenta cremosa, molto delicata |
Sapore | Delicata ed elegante, dalla grana molto fine e vellutata |
Curiosità | Il Biancoperla è una varietà a impollinazione libera, caratterizzata da una resa molto bassa e per questo progressivamente abbandonata a favore di varietà ibride più produttive. Alcuni agricoltori hanno però continuato a coltivarla conservandone la semente che oggi è stata recuperata, diventando un Presìdio Slow Food |
Selezionato perchè | Questa farina ci è piaciuta perchè la polenta che si ottiene è estremamente delicata e cremosa. Ideale per chi cerca una polenta raffinata |
Suggerimenti di utilizzo | Richiede una cottura lunga, di almeno un'ora, meglio se nel paiolo di rame e sul fuoco a legna, girata spesso come si faceva una volta; ottima anche il giorno dopo, abbrustolita sulla piastra della cucina a legna |
Peso | 1 kg |
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Confezione | Confezionato in busta di carta |
Il produttore
Borgoluce - Susegana (TV)
Selezionato perchè
Borgoluce è un'azienda che ha fatto dell'ecosostenibilità e della biodiversità la sua missione: 1.220 ettari di pascoli, boschi, allevamenti, campi
coltivati, vigneti, frutteti, canali, mulini, caseifici. Un ambiente intatto, di proprietà della famiglia Collalto dal XII secolo, quando questa varietà
consentiva di produrre all'interno della tenuta tutti i prodotti necessari alla vita quotidiana. La responsabilità ambientale pervade ogni attività e si
concretizza nell'utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di agroenergie. Tutta l'energia elettrica e termica utilizzata nell'azienda agricola nasce,
infatti, dai sottoprodotti dei boschi, degli allevamenti e delle coltivazioni: il legno viene bruciato da una caldaia a biomassa, mentre un biodigestore
trasforma il letame e l'insilato dei cereali in biogas. Ed è proprio l'amore per questa terra a spingere Giuliana, Ninni e Caterina di Collalto insieme alla
madre Trinidad e al marito di Caterina, Lodovico Giustiniani, ad impegnarsi con grande passione, quotidianamente, nella valorizzazione di un
patrimonio unico nel Veneto, con l'obiettivo di insegnare alle generazioni future a conoscere ed amare la campagna, per consegnare loro, un
giorno, un posto migliore in cui vivere.