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PRODURRE OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA DI QUALITÀ È IMPEGNATIVO E COMPLESSO POICHÉ RICHIEDE GRANDI COMPETENZE E ATTENZIONE DURANTE TUTTE LE FASI: PARLIAMO DEL FRANTOIO

Abbiamo già visto come sia fondamentale partire da olive sane, raccolte e conservate in un luogo fresco e asciutto, quindi conferite al frantoio per la lavorazione nel minor tempo possibile.

IL FRANTOIO

Al frantoio e alla tecnica di estrazione sono da attribuirsi alcuni tra i principali fattori che possono influire sulle caratteristiche del nostro evo. Diverse tipologie di macchinari e di lavorazione anche con le stesse tecnologie possono dare origine a oli con profili aromatici e gusto-olfattivi completamente diversi.

Ecco perché quella del frantoiano è una figura chiave: in base alle caratteristiche delle olive che gli verranno conferite (cultivar, stadio di maturazione ecc…) e a quelle dell’olio che si vorrà ottenere (fruttato delicato/medio/intenso, intensità di amaro e piccante ecc…), egli dovrà intervenire sulla lavorazione e regolare i vari parametri dei macchinari come la durata di ogni processo, la quantità di acqua utilizzata, la temperatura e così via.

Durante tutto il processo di estrazione sarà fondamentale controllare che la temperatura non superi mai i 27 °C per poter inserire in etichetta la dicitura “estratto a freddo”, anche se tendenzialmente gli oli di alta qualità vengono prodotti attorno ai 20-23 °C: il calore è nemico della qualità dell’olio, poiché ne compromette le proprietà salutistiche, oltre a quelle organolettiche. La pulizia dei macchinari è, inoltre, fondamentale.stoccaggio-olive

IMPIANTI DI ESTRAZIONE: I SISTEMI

I sistemi per l’estrazione dell’olio sono due:

  • tradizionale (o a ciclo discontinuo): caratterizzati da macine in pietra e presse; 
  • moderno (o a ciclo continuo): l’estrazione dell’olio avviene tramite l’utilizzo di macchinari tecnologicamente avanzati che sono collegati tra loro e operano senza interruzioni dal momento in cui entrano le olive nel frangitore, fino all’ottenimento del prodotto finale. Questi sistemi hanno molti vantaggi: permettono un controllo continuo e automatico dei vari parametri (temperatura, ossigeno ecc…) e agevolano la pulizia, garantendo maggiori prestazioni sia a livello quantitativo che qualitativo. Attualmente è il sistema maggiormente utilizzato.


I SISTEMI MODERNI

I sistemi moderni possono essere suddivisi in due tipologie, che si distinguono tra loro principalmente per la quantità di acqua necessaria nel decanter, in fase di estrazione, e per la tipologia di sottoprodotti generati:

  • a due fasi: la quantità di acqua è minima (anche nulla se è sufficiente quella già presente all’interno delle olive) e vengono generati due sottoprodotti: olio e sansa umida (con acqua di vegetazione); 
  • a tre fasi: solitamente è necessaria una quantità d’acqua maggiore per agevolare la lavorazione e vengono generati separatamente tre sottoprodotti: olio, sansa e acqua di vegetazione. 

A livello organolettico e di componenti, lavorando la stessa partita di olive e alle stesse condizioni, un olio prodotto da un frantoio a tre fasi può risultare più delicato e più scarico di polifenoli che, essendo idrosolubili, verranno disciolti più facilmente nella maggior quantità di acqua usata.

IL PROCESSO DI LAVORAZIONE: LE FASI

Nei frantoi moderni, il processo viene suddiviso principalmente nelle seguenti fasi:

  • defogliazione e lavaggio: eliminazione di foglie e rami residui, e lavaggio accurato delle olive; 
  • frangitura: rottura meccanica delle olive e trasformazione delle stesse in una pasta; 
  • gramolatura: processo che agevola la fuoriuscita dell’olio dalla pasta delle olive; 
  • estrazione: separazione dell’olio dalle sanse attraverso il decanter; 
  • separazione dell’olio dall'acqua residua; 
  • filtrazione: eliminazione dall’olio di ogni microparticella organica residua (particelle di oliva, acqua, ecc...); 
  • conservazione/stoccaggio

Vediamo le fasi nel dettaglio e quali sono i fattori di cui tener conto per ottenere un olio di alta qualità.

frantoio-moderno-olive

DEFOGLIAZIONE

Per evitare che le foglie eventualmente cadute tra le olive durante la raccolta vadano a incidere sul profilo organolettico finale dell’olio (amaro accentuato) e sulla sua composizione, è importante eliminarle prima della lavorazione delle drupe.defogliazione-olive

Per ovvi motivi igienico-sanitari segue poi il lavaggio dei frutti, da effettuare sempre con acqua potabile e pulita, per eliminare tutti gli eventuali residui organici e chimici.lavaggio-olive

FRANGITURA

Le olive lavate vengono convogliate nel frangitore. La frangitura è il primo passaggio del processo di trasformazione delle olive in olio e consiste nel ridurle meccanicamente in una pasta omogenea che contiene buccia, polpa e nocciolo ridotti in frantumi.

Le modalità di rottura del frutto condizionano la produzione di numerosi composti nell'olio responsabili di colore, gusto e aroma ed è, quindi, una fase importante perché incide direttamente sul risultato finale. Nei frantoi a ciclo continuo esistono principalmente tre tipologie di frangitore, ognuna con una finalità ben precisa:

  • a coltelli/lame: ha un’azione più delicata sulle olive e viene utilizzato per enfatizzare l’estrazione dei profumi rispetto alla parte polifenolica; 
  • a martelli: è tra i più utilizzati poiché, grazie a un’azione più vigorosa sui frutti, permette di ottenere un’ottima resa quantitativa; 
  • a dischi: utilizzato per agevolare l’esaltazione del colore verde e del piccante.


GRAMOLAZIONE (O GRAMOLATURA)

È la fase successiva alla frangitura ed è altrettanto importante. La gramola, verticale o orizzontale, è un macchinario il cui scopo è quello di effettuare l'estrazione dell'olio dalla pasta di olive. Ciò avviene per mezzo degli enzimi presenti nel frutto e grazie all’azione meccanica del mescolamento che procura la rottura delle membrane lipoproteiche che avvolgono le micro goccioline di olio presenti nel frutto (fenomeno di "lisi").gramola-verticale-olive

Queste si disperdono nella pasta insieme agli altri componenti (acqua e polifenoli) e si aggregano formando prima gocce, e poi una massa, sempre più grande (fenomeno della "coalescenza"). In questa fase, per ottenere oli di alta qualità, i tempi di lavorazione devono essere brevi, la temperatura bassa e l’ossidazione della pasta minima.

Riassumendo le fasi viste finora, possiamo dire che, partendo dalle stesse olive, per ottenere un olio più intenso e concentrato sia a livello olfattivo che gustativo, è necessario lavorarle a temperature basse, per poco tempo e limitare al minimo l’utilizzo dell’acqua. Nel prossimo numero vedremo i passaggi successivi.