Chi è Amalia Moretti Foggia della Rovere alias Petronilla, medico, cuoca e giornalista che ha dispensato i suoi consigli culinari alle donne degli anni Quaranta
QUANDO IL LATTE STA PER INACIDIRE
Quando, scarseggiando il latte si è costrette a trattenere mezza porzione della giornata per il “caffè e latte” del mattino appresso, può darsi che – sebbene serbato coperto e al fresco - fiutandolo, prima di farlo bollire, se ne avverta un tantin acido l’odore.
In tale non rara eventualità, la massaia scrupolosa ben si guarda dal mettere tale e quale il suo latte a fuoco giacché sa, per esperienza, come così facendo correrebbe il brutto rischio di vederselo, di colpo, tutto raggrumarsi.
Ma ella, che vuol godere inalterato il suo poco ma prezioso latte, ad esso aggiunge (se si tratta di mezzo litro) mezzo cucchiaino di bicarbonato, nella certezza che questo innocuo e potente alcalino, neutralizzando di colpo l’incipiente acidità del latte, le permetterà di farlo impunemente bollire e di poterlo così presentare intatto.
Buon appetito!
LA VITA
Il fornetto o pentola Petronilla, nota anche come pentola o fornetto Versilia, prende il nome da una figura importante di giornalista-cuoca, Petronilla appunto, alias Amalia Moretti Foggia della Rovere (Mantova 1872-Milano 1947) medico e giornalista italiana.
Si laurea in Scienze naturali a Padova nel 1895 e in Medicina e Chirurgia nel 1898 a Bologna: è tra le prime in Italia.
Vive a Milano con il marito, il professor Della Rovere, anatomopatologo, dove dirigerà per quarant’anni la sezione pediatrica del poliambulatorio di Porta Venezia.
Inizia a collaborare con la Domenica del Corriere nel 1929, l’anno in cui iniziano le pubblicazioni della rivista La Cucina Italiana, ancor oggi in edicola.
Agli inizi, con lo pseudonimo di “Dottor Amal” tiene una rubrica settimanale di consigli di dietetica e di educazione alimentare.
Il successo è immediato tanto che decidono di affidarle, dal 1930, una seconda rubrica intitolata “Tra i fornelli”: decide di firmarsi con il nome di un personaggio dei fumetti, Petronilla, creato dal disegnatore americano G. McManus e che raccontava le avventure della coppia Jiggs e Maggie.
In Italia i due personaggi verranno chiamati Arcibaldo e Petronilla e le loro avventure vengono pubblicate dal Corriere dei Piccoli, giornale a cui Amalia collaborerà firmando anche qui delle rubriche.
Così, di settimana in settimana, fino alla vigilia della morte, Petronilla, oltre a consigli medici, distribuirà i suoi saperi culinari (oltre 800 ricette e consigli) a un mondo femminile, le casalinghe, destinato a interpretare un ruolo fondamentale all’interno dell’ideologia e del regime fascista.
Il cibo veniva visto dal regime come identità di una nazione, la più genuina, la più tradizionale a cui ancorarsi, soprattutto dopo le sanzioni, sancite dalla Società delle Nazioni dopo l’aggressione dell’Italia all’Etiopia.
«Io non sono una professorona che parla dall’alto di una cattedra cucinaria; io sono semplicemente una qualunque donnetta
che dalla modestissima tavola della sua borghesissima cucina dice quali piatti ella riserbi per le sue colazioni e i suoi pranzetti»
LA MISSIONE
In questo momento di crisi e di ripiegamento questa la sua missione: convincere le signore della buona borghesia che anche senza materie prime si possono preparare “pranzetti deliziosi”: maionese senza olio, gelatina senza carne, dolci senza zucchero, cioccolato senza cacao, caffè senza caffè.
Sarà il suo un successo a macchia d’olio: una blogger ante litteram capace di costruire una comunità femminile ampia e diversa per estrazione sociale.
Il format delle sue ricette era chiaro: svelto a fare, gustoso e di basso costo
Bisognava diversificare proposte e gusti tenendo sotto controllo la spesa e senza passare giornate ai fornelli.
E questo sarà pressante, dopo le sanzioni, in tempi di ristrettezze economiche, di scarsa disponibilità di materia prima, di poca o nessuna servitù e di donne che magari lavoravano.
Altro obiettivo, consono alla cultura della famiglia del tempo: non solo sfamare figli famelici, ma tenersi ben stretto anche il marito, “…se non si vuole che il marito rimpianga la lunga lista dei piatti che gli veniva presentata alla trattoria” .
In questo modo si governavano e si aggiustavano le relazioni familiari a tavola. Lo stoccafisso in umido è piatto capace “persino a spianare la fronte del marito quand’è corrugata per l’arrivo o della bolletta del gas, o della nuova cartella delle tasse, o di un conto salato della sarta”.
Il tutto con un linguaggio e un tono colloquiale e una forma semplice.
LE RACCOLTE
Tale il successo che le ricette vengono raccolte in successivi volumi: Ricette di Petronilla esce nel 1935, Altre ricette di Petronilla nel 1937, Ancora ricette di Petronilla nel 1940.
Dopo l’entrata in guerra nel 1941 esce Ricette di Petronilla per tempi eccezionali, nel 1943 200 suggerimenti… per questi tempi e Desinaretti per… questi tempi nel 1944.
Volumi, questi ultimi, che fotografano un mondo in dissoluzione, con le mille tragedie che colpiscono le famiglie.
Nell’emergenza bisognava sfamare con quello che c’era, consolare come si poteva e fare festa quando si poteva: era il tempo delle tessere annonarie.
Di necessità virtù, usando ogni alimento anche quelli al limite del deterioramento, preparando una pasta-asciutta di magro usando mezzo tubetto di pasta d’acciughe, mezzo chilo di pasta, uno spicchio d’aglio e un surrogato di pepe o la “farina di lenticchie” tesserata
Di fronte alla mancanza di burro, di latte, di carne, di zucchero... di tutto, Petronilla cerca di dare suggerimenti a “figlie, mogli, mamme che - colpite da una sorte non certo benigna – erano destinate a vivere in questi tempi di guerra spaventosa che sconvolge l’intiero mondo”.
Poi finirà la guerra e per celebrare chi è tornato “dalla Toscana o dalle Alpi o dalla Germania o dalle carceri o dall’ospedale” propone, il 27 maggio del 1945, una ciambellona preparata con un uovo, un cucchiaio di zucchero e uno di burro.
Questa è stata Amalia Moretti Foggia, Petronilla, una donna coraggiosa e prudente, moderata e rivoluzionaria, che a suo modo lottava per l’emancipazione femminile e delle classi popolari.
A confronto di tanti soloni narcisi che imperversano in rete e in tivvù Amalia Moretti Foggia, pardon Petronilla, anche solo sul piano culinario, è stata ed è un gigante.
Danilo Gasparini
Docente di Storia dell'Agricoltura e dell'Alimentazione