Il “formaggio della transumanza”, prodotto a 1800 metri sull’altopiano di Campo Imperatore, nel Parco del Gran Sasso, sostenuto da Slow Food
Castel del Monte è un paesino dell’Abruzzo, in provincia dell’Aquila, che conta circa 400 abitanti e ben 30.000 pecore.
E’ qui che Giulio Petronio, figlio di pastore e perito meccanico, decide di restare e fonda nel 1984 l’azienda agricola Gran Sasso.
Negli anni, alla storica attività di allevamento degli ovini sono stati affiancati molteplici settori: il caseificio innanzitutto, ma anche la produzione di carni e salumi di pecora, lana, lenticchie e legumi, l’allevamento di bovini.
Attività che hanno consentito di sviluppare una realtà agricola multifunzionale, seppure legata alle tradizioni e al territorio.
Il cuore dell’azienda continua a essere l’allevamento: 2.200 pecore di tre razze: Gentile di Puglia, Sopravvissana e Merinizzata, animali meno produttivi ma più adatti all’allevamento sul Gran Sasso.
“Il segreto del canestrato è il pascolo - spiega Giulio - qui ci sono circa 300 varietà di essenze foraggere e fiori, le pecore si scelgono da sole di quel che preferiscono mangiare”
“Quello del pastore è sì un mestiere che porta fatica ma anche soddisfazioni e che, se affrontato con professionalità può essere un modo intelligente di vivere una nuova imprenditorialità, nel rispetto della tutela delle razze e delle tradizioni”.
UN FORMAGGIO SOSTENUTO DA SLOW FOOD
Sui pascoli del Gran Sasso sono state censite ben 300 essenze foraggere (contro le 20-30 delle Alpi).
La ricchezza dei pascoli, assieme al clima secco, hanno favorito nei secoli l’allevamento ovino e la transumanza "orizzontale", lungo i tratturi, dal Tavoliere, dall’Agro Romano, dalla Maremma e dal Casertano.
La meta pastorale per eccellenza è Campo Imperatore, un altopiano lungo 19 km a 1800 metri slm, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, dove a maggio salgono ancora oggi migliaia e migliaia di pecore.
Una nuova transumanza, definita “verticale”: nei periodi più freddi i greggi vengono guidati verso le colline pescaresi, intorno ai 600 metri sul livello del mare, dove anche d’inverno c’è erba da brucare.
La tradizione della transumanza sta scomparendo: sono sempre di meno i pastori che salgono ai pascoli del Gran Sasso
Il Presidio vuole richiamare l’attenzione su questa realtà e, con la collaborazione del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, trovare i modi per perpetuarla e trasformarla in occasione di lavoro e sviluppo.